Cattedrale di Matera

La cattedrale di Matera,rimasta avvolta dai ponteggi Pilosio per l’ultima fase degli interventi di consolidamento e restauro, è pronta. La capitale europea della cultura 2019 si prepara ad accogliere migliaia di visitatori.
Sono stati affidati alla ditta “D’Alessandro Restauri S.r.l.” di Matera i lavori conclusivi di restauro della cattedrale di Santa Maria della Bruna, chiusa da oltre 10 anni. Nel 2003 era avvenuto il crollo e la chiusura della prima e seconda navata; la chiusura definitiva della chiesa risale al 2006. Ma, a fine 2014, sono stati stanziati dei nuovi finanziamenti per ultimare le opere rimanenti.
Sono, così iniziati i delicati lavori di consolidamento della copertura della navata centrale, interventi di restauro della pavimentazione, restauro delle navate laterali, delle Cappelle del Sacramento e del Presepe. Questi interventi possono essere considerati di tre ordini: un primo intervento, il più importante e anche quello che si vede di meno, è quello di consolidamento. La cattedrale presentava alcune criticità: una criticità seria era legata al fatto che le capriate spingevano verso la facciata principale, e quest’ultima era in una fase di leggero distacco, di quasi un centimetro. Allora è stato necessario riequilibrare tutto, mediante un intervento strutturale, studiato molto a lungo. Il secondo intervento è stato la pulitura di tutto l’esterno del monumento mediante la rimozione di tutta la patina dello sporco e il terzo intervento è stato di restauro di tutto l’interno della Cattedrale.
Per la realizzazione di questi delicati interventi si è reso necessario isolare il cantiere racchiudendo completamente la cattedrale con dei teli. Tra la vasta gamma di ponteggi proposti da Pilosio, l’impresa D’Alessandro Restauri ha optato per l’utilizzo del sistema tradizionale SE per le facciate più lineari, del sistema multidirezionale MP per le zone più irregolari e per sostenere la copertura e una copertura provvisionale in alluminio per coprire l’intero edificio.

Complessità progettuali e di cantiere
Ci sono state numerose complessità in questo cantiere, sia in fase progettuale che in fase di montaggio, dovute principalmente alla grande irregolarità degli edifici, alla vicinanza di molti corpi irregolari di edifici adiacenti, agli sbalzi e, non ultimo, alla copertura da sostenere.
Sulla facciata laterale destra è stata realizzata una vera e propria struttura di sostegno a doppio modulo sia per il sostegno della copertura che per la realizzazione dei lavori in facciata. E cioè: un ponteggio da 83 cm ancorato al muro della cattedrale e utilizzato per i lavori di ristrutturazione, abbinato ad un ponteggio da 250 cm per un’altezza totale di 20 m, di cui gli ultimi 10 m a sbalzo. Il modulo da 250 cm serve come rinforzo per le spinte laterali della copertura.
Sul lato opposto, a causa della vicinanza di altri edifici, di numerose sporgenze e rientranze e della presenza di un vicolo in salita, è stato realizzato un ponteggio da 83 cm abbinato ad un altro di larghezza variabile. Inoltre, su questo lato è stato creato un passaggio carraio di sicurezza per l’eventuale passaggio di ambulanze.
L’impresa esecutrice che ha montato i ponteggi ha dovuto realizzare vari scavalcamenti, riprese e sbalzi per adattare la struttura alle irregolarità esistenti. Per la facciata anteriore, invece, si è optato per un ponteggio di facciata a telaio SE, il sistema SICURO di Pilosio che ha la caratteristica di poter essere montato dal piano inferiore per garantire la massima sicurezza degli operatori: con lo speciale telaio parapetto, quando l’operatore sale al livello superiore il piano è già protetto contro la caduta accidentale.
L’impalcato di partenza è stato utilizzato con il sistema Multidirezionale MP per un’altezza di 3,5 m in corrispondenza della gradinata di accesso con funzione anche di piano di carico. Il ponteggio SE non segue la sagoma della facciata, ma prosegue in altezza fino a raggiungere il timpano della copertura per permettere ai teli di chiudere completamente la chiesa.
Il tetto provvisionale è stato realizzato a doppia falda con larghezza di 24,60 m e lunghezza di 35 m per coprire in un'unica soluzione la navata centrale e quelle laterali. La richiesta dell’impresa di restauro, infatti, era quella di avere l’area di lavoro sui tetti completamente libera per poter operare su tutte le superfici. La copertura è del tipo T120 Building con travi reticolari in alluminio da 120 cm di altezza e resistenza al carico neve di 90 Kg/m²: Matera, infatti, si trova a 401 metri sopra il livello del mare e le precipitazioni nevose non sono da sottostimare.La copertura è stata fissata sulla struttura portante in MP e, visto che questi muri non sono ancorati negli ultimi 10 m, si è provveduto ad irrigidirli tramite l’aggiunta di tiranti in acciaio posti ogni 2,5 m che collegano le due ali dei ponteggi passando sopra il tetto della chiesa.
Oltre al telo in PVC della copertura, è stata richiesta l’aggiunta di un ulteriore telo in PVC inclinato posto tra la parte terminale della copertura e i ponteggi laterali allo scopo di far scorrere l’acqua piovana esternamente al ponteggio in modo da tenere le facciate da restaurare all’asciutto.
Altra richiesta specifica dell’impresa di restauro è stata quella poter depositare direttamente sul tetto il materiale di lavorazione con la gru. Far fare ciò, una delle campate della copertura è priva di diagonali e correnti per dare la possibilità di togliere momentaneamente il telo di copertura e lasciare lo spazio disponibile per collocare materiali e attrezzatura necessaria agli operatori.
Per il montaggio della copertura, sono stati forniti i particolari tecnici di ogni singola fase di montaggio, movimentazione, fissaggio e smontaggio.
Dal punto di vista logistico, visto il poco spazio disponibile sul piazzale della chiesa, il Gruppo Festa S.r.l. di Matera si è reso disponibile a fare da base logistica, consentendo all’impresa di prelevare e movimentare solo il materiale necessario man mano che il montaggio procedeva.
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